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L'infermiere dell'infermiera.

  • Immagine del redattore: danilocazzulo
    danilocazzulo
  • 31 ott 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando torna a casa l'infermiera che ha fatto il turno non è mai la stessa persona che è uscita per andare al lavoro: ne mancano sempre dei pezzi che restano inevitabilmente sparsi qua e là negli angoli delle corsie. Rotolano questi pezzi o rimbalzano staccandosi come morsicati da quel T-rex mascherato di bianco che ha le sembianze di un ospedale. Il lavoro di tentare la ricostruzione una volta che l'infermiera riesce carponi a raggiungere il suo rifugio è materia di colui che all'uopo si potrebbe benissimo definire l'infermiere dell'infermiera. Questa figura domestica dispone di un'astratta valigetta del dottore che, a seconda del soggetto, può essere provvista di strumenti più o meno efficaci per apparecchiare il necessario soccorso e le pezze da applicare in caso di necessità. L'infermiera torna a casa ogni volta con anni in più sul groppone, rughe, lacrime, disincanto, rimorso, dubbio, domanda, immotivatezza, vergogna, rabbia, dispiacere, ansia, paura, malattia, stanchezza, lividi, rimpianto e l'ennesima cicatrice che ne tatuerà per sempre il cuore. La pelle è secca, lo sguardo chissà dov'è andato e, se ha fatto la notte, il riposo sembra distante da quel letto perchè la mente resta troppo accesa e il sonno è soffocato dall'adrenalina ancora viva. E' morto un paziente, ne ha avvisato i parenti, consolato il pianto, ha raccontato l'ennesima bugia a chi non ha speranza, ha sorriso alla quindicesima chiamata del paziente mai contento, e' stata apostrofata da chi è arrabbiato per essere li. Ha messo tutta la sua energia e ha attinto alle riserve sempre più limitate. Non vede i figli da giorni perchè quando lei torna loro escono. Allora l'infermiere dell'infermiera solleva il silenzio, apre un pacchetto di fazzoletti, prepara la colazione, libera l' acqua della doccia affinchè sia calda e carezzevole, sparge qualche parola che trova in valigia sperando non sia ancora scaduta ma soprattutto ascolta, ascolta e ascolta. A volte dispiega un abbraccio che in valigetta altrimenti non starebbe e cerca sul fondo qualche altra necessaria apparente alchimia. Ora è lui che deve andare via. L'infermiera ora sta li, sola con i resti di se stessa e deve tornare presto donna, madre e moglie pronta a fare quella parte che deve alla sua vita e che la vita deve a lei. Tutto è fatica, missione, volontà e amore per la gente nella normalità di questo tempo e nell'inefficienza di questo disorganizzato paese. Poche persone per troppo lavoro sperando che non arrivi mai un'epidemia...

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