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Accorgiamoci.

  • Immagine del redattore: danilocazzulo
    danilocazzulo
  • 4 lug 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

In questi insipidi tempi dove la nostra attenzione è costantemente allertata e allettata dalla moderna circe dei provider, viene indubbiamente meno uno dei sensi principale che caratterizzava fino a ieri la convivenza tra esseri umani: l'accorgimento. Accorgersi di qualcuno o di qualcosa è la leva che muove l'interesse e di li domina gli eventi che muoveranno una o più esistenze, nel bene e nel male. Accorgersi di un bisogno altrui, di un richiamo ma anche di un tramonto o di un panorama durante un viaggio genera sapere e quindi intelligenza e sensibilità, forma un carattere e crea quelle particolarità che rendono unica al mondo ogni persona. Ogni centimetro, ogni istante che perdiamo con la faccia sul telefono è una riga che non scriviamo nel nostro immenso e bellissimo racconto. Ogni sguardo che non incrociamo per rispondere a un messaggio o mentre lo scriviamo è un'occasione persa, un amore possibile lasciato là o un'amicizia che non nascerà perchè mai concepita. L'emozione tolta ai nostri occhi sarà talmente importante che gli stessi ci presenteranno un conto impagabile e forse saremo condannati a nostra volta all'inespressività. Accorgersi, acquistare coscienza, sapere scambiare e condividere, aiutarsi, salvarsi, progettare, costruire, esistere. Rischiamo di morire senza che qualcuno se ne accorga, di gridare aiuto senza che qualcuno senta, di non percepire un pericolo perchè alienati da un mostro che gela la nostra mente. Non esisteranno più timidezza nè vergogna perchè gli occhi sapranno dove rifugiarsi ogni qualvolta avrebbero invece dovuto affrontare il quotidiano e sano esame di altri occhi. Accorgersi delle lucciole che popolano i prati o delle stelle che si accendono una dopo l'altra nel lungo crepuscolo estivo mentre là, dove curva l'orizzonte, la luce del sole è ancora un pò accesa per generare quelle domande che fanno sentire bambino un adulto, figlio un papà, ragazzina una nonna. Accorgersi della nebbia che travolge la strada dopo il temporale, del tempo che cambia, del profumo della pioggia e del frastuono infinito di animali che imperversa nel travestito silenzio della campagna. Accorgersi dell'umore che cambia, della nostalgia, dell'allegria e del bisogno di un'accorta parola. Accorgersi che l'altro c'e' e che una vita dipende da una vita perchè siamo animali di gruppo e questa ignorante solitudine è la vera pandemia di cui dobbiamo accorgerci, da cui dobbiamo avere il coraggio e la volontà di proteggerci contro cui dobbiamo unirci.

1 comentário


esseciamministrazioni
04 de jul. de 2021

Si. La pandemia in realtà è proprio questo generarsi di una falsa connessione fra le persone... Il non darci più il tempo e il senso dell'immenso, dell'infinito come scriveva Leopardi. Abbiamo bisogno di sentirci accanto, e insieme guardare le stelle.. Perché è guardando lassù che possiamo riscoprire la nostra fragile immensa umana natura. Grazie Dani.

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